Lui è il miglior dipintor del mondo, scrive il Boccaccio.
Lui presta denaro con tassi da usuraio.
Lui è brutto d’aspetto ma sagace, capace di battute fulminanti, ed è così abile nel suo lavoro che il visivo senso degli uomini vi prese errore, credendo essere vero quello che era dipinto (ancora Boccaccio, nel Decameron).
Lui, già immortale per la sua Opera, è immortalato nella Divina Commedia come chi, a discapito del proprio maestro, ha conquistato il primato nel campo della pittura. Lui sgraffigna e tiene per sé parte dei preziosi lapislazzuli fatti acquistare dai suoi committenti per la realizzazione degli affreschi.
Lui è ricchissimo ma vuole sempre di più: ama la famiglia e niente deve mancare alla moglie e ai suoi 7-8 figli.
A lui è attribuita (verità o leggenda?) una poesia che sbeffeggia la Povertà, ritenendola responsabile di ipocrisia, sovvertimento sociale, delinquenza. Ma non è lui il cantore per immagini del Poverello d’Assisi!? Il cantore di chi la Povertà ha innalzato a valore assoluto!?…
Lui è riconosciuto dagli scrittori suoi contemporanei – e tra questi il suo amico Dante – come colui che cambia l’Arte, colui che, superata la figura dell’abile artigiano al soldo di religiosi e politici, lascia traccia profonda e fertile nella Cultura del tempo.
Il primo film della Collana si occuperà quindi di lui, Giotto da Bondone, pittore e architetto, uomo spesso meschino e cupido ma geniale, in grado di rivoluzionare il mondo dell’arte figurativa, divenendo modello ispiratore per gli artisti del Rinascimento.
L’utilizzo di svariate fonti storiche e di archivi ricchissimi di documenti sulla sua vita privata ne consentirà una rappresentazione suggestiva, a tratti inedita, a tutto tondo, sospesa tra pubblico e privato, tra luci abbaglianti e ombre inattese. Rappresentazione realizzata, com’è prerogativa dell’intera collana, con l’ausilio di un narratore “speciale” che consentirà il sapiente dipanarsi di un mix di ricostruzioni filmate (fiction) e di spettacolari riprese documentaristiche, effettuate con le più moderne tecnologie di ripresa e di montaggio e con il supporto di effetti speciali. In questo particolare film, tra l’altro, sarà inserita una sorprendente “animazione” di alcune illustrazioni di Gustave Doré della Divina Commedia.
Sarà un frate francescano il narratore erudito e appassionato di Giotto, presente in voce e in video nei luoghi e nelle chiese dove tale maestro visse e lavorò.
Il suo racconto dell’intera vita di Giotto comincerà da un’immagine delle Storie di San Francesco, nella Basilica Superiore di Assisi.
E’ un inizio obbligato, irrinunciabile, nel quale sarà chiamato in causa Dante.
Il divino poeta e Giotto, padri dei nostri linguaggi (pittorico e letterario), pur da prospettive e con interpretazioni diverse, hanno raccontato San Francesco, però non comprendendo appieno la portata rivoluzionaria della scelta francescana. Entrambi infatti, sia nella lettura iconografica che descrittiva, rimuovono il tratto essenziale e più “scandaloso” della sua santità, la rinuncia! Il povero è veramente libero e potente poiché non ha nulla da perdere.
Malgrado ciò, “incontrando Francesco” Giotto e Dante hanno generato arte sublime, decisiva, ispirazione e magnifico nutrimento per le generazioni a venire…
